giovedì 1 marzo 2007
Cultura: Paris en liberté, Doisneau
All’Hotel de Ville, uno dei miei palazzi preferiti, si sta svolgendo e volge al termine una retrospettiva di Doisneau con moltissimi suoi lavori, che raccontano gli anni 50, 60 e 70, fermando un attimo per una vita intera, raccontando la tragica ordinarietà, cogliendo il banale e il quotidiano di Parigi e dei suoi abitanti nell’attimo di suprema e immortale unicità, rendendo i suoi scatti opere assolutamente imperdibili e da vivere tutte di un fiato, per immergersi almeno un’ora o due in un’epoca così affascinante.
Esposizione che si articola lungo un percorso preciso, partendo dagli ammiratori della Gioconda, immortalati in tantissimi scatti nell’atto di osservare il quadro, con espressioni intense e assorte che sembrano quasi studiate. Si prosegue poi attraverso le foto dei giardini di Parigi e delle persone che vi passeggiano, poi quelle degli amanti, la vita nei bistrot, la serie della vetrina di Romi, dove i passanti sono ripresi mentre si fermano ad osservare un quadro con raffigurato un nudo lasciandosi andare alle reazioni più disparate, dalle risate di un gruppo di giovani alla sorpresa delle signore, fino all’occhio un pò ammiccante di un poliziotto. Si passa poi alle foto di moda, con diversi stilisti famosi ripresi nei propri atelier, e a quelle delle celebrità nei café, infine gli scavi di Les Halles, la Senna, e altre serie dedicate alla vita della città. Alle pareti esterne sono appese grandi fotografie rappresentanti il traffico automobilistico e quello pedonale in Place della Concorde, anche quelle di una quotidianità unica e irripetibile.
Uscendo dalla mostra viene quasi da pensare di averli vissuti sul serio, quegli anni. E questo grazie alle foto di Robert Doisneau, nato nel 1912 e morto nel 1994, fotografo della scuola umanista, un uomo che fece della fotografia la sua missione, tanto da venire licenziato in gioventù per i suoi ripetuti ritardi al lavoro, causati dalla sua passione. Ventiquattro ore non erano abbastanza per fotografare questa città.Tra le foto da ricordare, il Bacio a Hotel de Ville (che trovate sopra), Orson Welles ubriaco in un caffè, il bambino che fa una smorfia sui banchi di scuola e il tuffo nella Senna sotto la Torre Eiffel.
Insomma, vale proprio la pena quella mezzora di fila per entrare!!
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2 commenti:
o ma scrivi bene pero'!
eccerto che scrive bene, il marinella!
comunque sorella, sta mostra ci sarà ancora quando vengo io a parigi???
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